Viviamo in un tempo in cui tutto si cambia: le case, i lavori, le idee e, troppo spesso, le persone.
Appena qualcosa diventa profondo, ci allontaniamo. Appena sentiamo troppo, ci chiudiamo.
Appena qualcuno ci tocca dove fa male, alziamo muri.
Ma la verità è che non è l’altro a farci paura, è la parte di noi che non sappiamo ancora accogliere.
L’intimità non è per chi vuole sentirsi al sicuro
Quando incontri un’anima che ti vede davvero, non puoi più fingere. Le sue parole ti spogliano, il suo sguardo ti attraversa, la sua presenza ti disarma. E allora o ti apri o ti proteggi.
Aprirsi significa rischiare, esporsi, perdere il controllo. Difendersi significa sopravvivere, ma a metà. E l’amore — quello vero — non si può vivere a metà.
Molti lo confondono con l’abitudine o con il bisogno, ma l’intimità autentica non è fusione: è coerenza vibrazionale, due frequenze che imparano a danzare invece di collidere.
La fisica quantistica lo chiama entanglement: quando due particelle si incontrano, una parte di loro resta connessa.
Così accade tra le anime. Una volta riconosciute, non possono più dimenticarsi.
Restare è una rivoluzione interiore
Restare non significa trattenere chi non ti appartiene. Significa non scappare da te stessa quando l’amore ti costringe a guardarti.
Restare è accettare che l’altro sia uno specchio: ti rimanda la paura dell’abbandono, la rabbia trattenuta, la fame di libertà,
e anche la tua capacità di amare senza difese.
Restare è presenza. È scegliere di non anestetizzarti quando arriva l’intensità, ma di attraversarla.
Perché ogni emozione che ti spaventa è una porta che conduce alla tua verità.
Quando impari a restare, cambi vibrazione
Ogni volta che resti nel cuore del dolore senza fuggire, modifichi la tua frequenza.
Il sistema nervoso impara una nuova sinfonia, una che non suona più paura, ma presenza.
Le neuroscienze la chiamano “neuroplasticità emotiva”, la spiritualità “trasmutazione”, la fisica quantistica “collasso della funzione d’onda”: quando scegli un nuovo stato di coscienza, la realtà si riallinea.
E allora comprendi che l’amore non era fuori da te. Era la forza che ti invitava a tornare dentro,
a ricordarti chi sei, a vibrare alla stessa frequenza del tuo cuore.
Non fuggire da chi ti fa sentire troppo. Fuggi da chi non ti fa sentire niente.
Perché solo chi ti scuote fino alle viscere ha il potere di risvegliarti.
Restare, a volte, è il gesto più coraggioso che puoi fare. Non per l’altro, ma per te.
Perché è lì, nella vertigine di ciò che senti, che inizia la tua vera libertà.
– Vietato ai deboli di cuore –
GZ
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