Rinascere da sé: quando la vita cambia, tu cambiale il ritmo
Ci sono momenti in cui la vita non chiede permesso.
Entra.
Apre le finestre mentre fuori c’è tempesta, scompiglia i cuscini, ribalta le certezze.
Fa come le onde con i castelli di sabbia: non per cattiveria, ma per ricordarti che la vera casa non è ciò che costruisci fuori, ma ciò che coltivi dentro.
I cambiamenti arrivano così: spiazzanti, scomodi, a volte dolorosi, quasi mai previsti.
Ma sempre, sempre necessari.
E allora ti chiedi: “E adesso?”
E la risposta arriva, se hai il coraggio di restare ferma nel silenzio.
È un sussurro, non un grido.
È la tua voce, che timida ti dice:
“Adesso… rinasco da me.”
Cambiare non è perdersi, è ricordarsi
Ci hanno insegnato ad avere paura del cambiamento, come se fosse un terremoto venuto a distruggere tutto.
Ma spesso è solo un richiamo. Un invito a spostarti da dove non fiorisci più.
Cambiare è un atto d’amore. Verso di te.
È il coraggio di guardarti nuda, spogliata dai ruoli, dalle etichette, dalle aspettative.
È dire: “Questa parte non mi appartiene più, la lascio andare.”
“Questa invece… la proteggo, la faccio rinascere.”
Rinasci da sola, per ritrovarti intera
Per rinascere davvero, a volte, serve stare da sola.
Scendere nel silenzio come si scende in una sorgente, per lavarti via il superfluo.
Per ripulire il pensiero, rimettere ordine nel sentire.
La solitudine, se scelta, non è assenza.
È presenza piena. È ascolto profondo.
È lo spazio dove torni a respirare il tuo centro.
Nessuna rinascita vera avviene nel rumore.
Hai bisogno di fermarti, di sentirti.
Hai bisogno di rimettere le mani sul tuo cuore e dirgli:
“Sono qui. Non vado più via.”
Rinasci da te, anche se tremi 
Ci saranno giorni in cui ti sentirai un seme secco sotto la neve.
Giorni in cui anche la tua ombra ti sembrerà troppo.
Ma è proprio lì, in quella quiete che fa paura, che qualcosa si muove.
La rinascita è un respiro lento. Non fa rumore. Non chiede applausi.
Rinascere da te è un atto sacro.
Significa sceglierti, anche quando vorresti nasconderti.
Accogliere le tue cicatrici, non come difetti, ma come mappe.
Mappe che ti riportano a casa. Dentro di te.
Crescere non è scalare, è radicarsi
La crescita personale non è una corsa verso qualcosa, è un ritorno.
Un ritorno a ciò che sei sempre stata, ma che avevi dimenticato.
È scendere dentro, togliere le maschere, spegnere il rumore.
È imparare ad amarti, senza condizioni.
Crescere è smettere di rincorrere versioni di te che non ti somigliano.
È riscoprire la tua voce, quella vera, quella che sussurra mentre il mondo urla.
Sii la tua origine
Quando la vita cambia, tu non resisterle. Accoglila. Ma fallo da sola, per un po’. Non per chiuderti, ma per riconoscerti.
Stai con te stessa. Con i tuoi silenzi, le tue ombre, le tue luci. Fatti spazio. Fatti tempo. Fatti bene.
Perché lì, tra un addio e un inizio, tra una lacrima e un sorriso, ci sei tu.
E tu sei abbastanza per rinascere.
Sempre.
Anche mille volte.
Anche oggi.
Ti auguro sempre il meglio,
Giada Zaccone
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