La mancanza che ci abita
Non siamo fatti per stare da soli.
La solitudine a volte ci guarisce, altre volte ci salva. Ma non è mai una destinazione finale: è un passaggio.
Possiamo restare da soli per imparare ad ascoltarci, per raccogliere i pezzi, per rimettere insieme i silenzi. Ma a un certo punto, la vita ci richiama all’altro
. Perché siamo nati con la mancanza addosso, con quel vuoto che nessun successo, nessun obiettivo, nessun viaggio può colmare se non l’incontro con un altro essere umano.
Abbiamo bisogno di mani che ci tocchino, di occhi che ci riconoscano, di abbracci che ci ricordino che non siamo corpi erranti senza radici. Anche l’anima più indipendente ha sete di intreccio.
Gli incontri che non chiedono permesso
Poi succede. Un incontro ti capita addosso.
Non lo avevi programmato, non l’avevi previsto, ma arriva e cambia le regole.
Ci sono incontri che non chiedono documenti, che non si fermano a bussare. Entrano, e basta. Ti spostano, ti scuotono, ti stravolgono.
E tu ti ritrovi lì, disarmata, a chiederti: perché proprio adesso? perché proprio lei/lui?
E non trovi risposta. Perché certe cose non si spiegano, si vivono.
Questi incontri non hanno misura: o sono carezze che ti sciolgono o incendi che ti tolgono il respiro. Ma in entrambi i casi hanno un compito: mostrarti chi sei davvero quando smetti di avere il controllo.
Amori-maestri
Ci ostiniamo a dividere le relazioni in “giuste” e “sbagliate”.
In realtà non esistono amori inutili: esistono amori-maestri.
Quelli che ti fanno sentire al sicuro, che ti insegnano la bellezza della tenerezza, il valore della presenza, la pace del quotidiano. E quelli che invece arrivano come pugni nello stomaco, che ti fanno urlare, piangere, ridere e tremare nello stesso giorno.
Gli uni e gli altri hanno la stessa funzione: farti crescere.
Perché chi ti accarezza ti insegna a ricevere amore. Chi ti brucia ti insegna a sopravvivere al fuoco. E in entrambi i casi, a smettere di scappare da te stessa.
La logica degli abbracci impossibili
Ci sono abbracci che scavalcano la logica.
Non servono parole, basta un attimo e ti ritrovi dentro l’altro come se fosse la tua pelle naturale.
Ci sono baci che non hanno orologio, che non appartengono al calendario, ma a un tempo sospeso, antico, che non sai da dove arriva.
Sono momenti che ti confondono: non sai se siano destino o follia, ma sai che lì dentro sei viva.
E spesso proprio quelli, gli abbracci impossibili, sono i più veri: perché ti strappano da te stessa e ti obbligano ad ammettere che non puoi spiegare tutto con la ragione.
Gli specchi che diventano persone
Ogni relazione è uno specchio.
Ci lamentiamo degli altri, dei loro difetti, delle loro ferite, delle loro fughe. Ma quello che non vediamo è che ci stanno mostrando il nostro stesso riflesso.
La persona che ti fa arrabbiare fino a perdere la pazienza, ti sta mostrando dove sei ancora fragile.
Quella che ti abbandona, ti mette davanti alla tua paura di restare sola.
Quella che ti ama senza riserve, ti ricorda che sei degna di ricevere amore anche quando ti dimentichi di te stessa.
Le persone non sono mai “a caso”. Arrivano come specchi. Ti mostrano la tua parte più coraggiosa, quella più folle, quella più viva. E a volte se ne vanno, lasciandoti con un graffio che brucia ma che, un giorno, si rivelerà cicatrice di forza.
L’amore che attraversa
Capita spesso di confondere l’amore con il possesso, il tenere con il trattenere.
Ma ci sono amori che non sono fatti per restare, sono fatti per attraversarti.
Vengono a svegliarti, a scuoterti, a ricordarti che sei viva.
Non sono amori comodi, non sono amori rassicuranti. Sono amori che ti spezzano per farti vedere cosa avevi dentro.
E tu, che pensavi di aver perso tutto, ti accorgi di avere guadagnato un pezzo di te che non conoscevi.
Non è un fallimento se non dura. È un inizio. È una consegna. È un “adesso tocca a te”.
Incendi travestiti da persone
In fondo, siamo questo: incendi travestiti da persone.
Arriviamo gli uni nelle vite degli altri come tempeste improvvise, come carezze che sanno di rivoluzione.
E non c’è solitudine che possa bastare davvero, perché siamo nati per bruciare insieme.
Forse non rivedremo più certi volti, forse alcune storie resteranno sospese per sempre.
Ma non importa. Ciò che conta è che ci hanno incendiato. Ci hanno costretto a guardarci dentro, a crescere, a cambiare direzione.
Ed è questo il dono più grande delle relazioni: non salvarci, ma ricordarci chi siamo.
Ti auguro sempre il meglio,
GZ
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